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Perchè utilizzare le Tecniche Energetiche per affrontare i MAL-ESSERE - 1

Partiamo con la definizione di un termine fondamentale:

Psicosomatica: Campo della medicina e della psicologia che studia disturbi e malattie fisiche i quali sarebbero prodotti o favoriti da fattori di ordine psicologico ed emozionale. ( http://www.treccani.it/enciclopedia/psicosomatica_%28Dizionario-di-Medicina%29/ )

La definizione enciclopedica utilizza ancora il condizionale, ma oramai le neuroscienze e particolarmente la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia hanno dimostrato scientificamente l’unione psiche-soma.

Unione che dal punto di vista empirico era già nota ai tempi di Platone.

“…ogni cosa, il male o il bene, non irrompe nel corpo e in tutto l’uomo se non dall’anima, dalla quale tutto proviene,…; così che si deve cominciare a curare soprattutto quella, se si vuole che la testa e le altre parti del corpo stiano bene.” (Carmide, Platone, IV sec. A.C.)

Anche Ippocrate (IV sec. A.C.) esprimeva le stesse posizioni:

“Se l’anima si ammala essa consuma il corpo” (Epidemie, Ippocrate)

“Gli organi ubbidiscono alle emozioni” (Sugli umori, Ippocrate)

Il padre della medicina sosteneva quindi che le emozioni possono alterare gli equilibri fisiologici del corpo ed indurre patologie.

Successivamente Galeno (II sec. D.C.) aveva addirittura notato la correlazione tra malattia e profilo emotivo.

In epoca più recente, Friedrich Gross (1824) riteneva che le malattie rappresentassero gli effetti somatici delle passioni e delle emozioni negative.

Lo psichiatra inglese Hery Mausley scirveva (1876): “Se l’emozione non è scaricata all’esterno con l’attività fisica o con una idonea azione mentale, agirà sugli organi interni alterandone le funzioni”.

Sigmund Freud attraverso gli studi sull'isteria (1894-1895), affermò che un contenuto psichico, qualora represso, era capace di provocare importanti modificazioni corporee (meccanismo di “conversione”).

Mentre però Freud concentrava la sua attenzione e il suo lavoro sulla produzione verbale dei suoi pazienti, Wilhelm Reich,  introdusse nella psicoanalisi anche l'osservazione e il lavoro analitico sul corpo. Reich introdusse un’interpretazione energetica, partendo dall'assunto che tutti i processi biologici seguano un principio di carica e scarica per cui da una tensione meccanica, si passa ad una carica elettrica, ad una successiva scarica elettrica e ad una conseguente distensione meccanica. Se la scarica viene impedita, tutto l'organismo vive in uno stato di carica senza sfogo; se questa condizione diventa uno stato cronico, si forma a livello psichico una corazza caratteriale e a livello fisico una corazza muscolare. Queste ultime finiscono così per esercitare una continua operazione di controllo delle emozioni e diventare una potente struttura di difesa da esse. In questa prospettiva i disturbi organici e quelli psichici sono riconducibili alle corazze in cui si manifesta la sovraccarica cronica.

Successivamente, le teorie di Reich offrirono lo spunto per lo sviluppo dell'analisi bioenergetica, metodica psicoterapeutica elaborata in seguito da Alexander Lowen. Questo approccio, ebbe il merito di riconsiderare la mente e il corpo come un'unità funzionale, inscindibile.

Tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta, Franz Alexander propose che gli stati conflittuali, attraverso la mediazione del sistema neurovegetativo, fossero anche implicati nelle cause di varie malattie psicosomatiche, ovvero che i sintomi psicosomatici fossero l’effetto di stati di attivazione fisiologica cronica ed abnorme causata da emozioni inappropriate alla situazione e agli stimoli o inadeguatamente espresse. Quindi da uno stato emotivo cronicamente alterato si può generare un disturbo funzionale che può a sua volta sfociare in una malattia organica.

Helen Dunbar, allieva e collaboratrice dello stesso Franz Alexander sostenne che la struttura della personalità individuale può condizionare le difese corporee, predisponendo allo sviluppo di determinate malattie.

Vent'anni di studi ulteriori, tra il 1970 e il 1990, ma che ancora oggi forniscono risultati importanti, hanno chiarito che sensibile alle reazioni emozionali non è solo il sistema nervoso vegetativo, ma anche, e notevolmente, il sistema endocrino e il sistema immunitario inaugurando il filone di ricerca della psico-neuro-endocrino-immunologia (la cosiddetta P.N.E.I.).

Da questa breve carrellata storica sugli studi psicosomatici si può sintetizzare che:

emozioni negative, o meglio inadeguate, provate continuamente, quindi tali da produrre uno stato emotivo cronico, e inadeguatamente espresse (non sfogate, o addirittura represse), possono essere causa di disagi fisici, sintomi, disturbi e malattie.

In altre parole, una variazione (negativa, inadeguata, cronica, non espressa) sul piano psichico/mentale (cioè in termini di pensieri, percezioni degli eventi ed emozioni conseguenti) provoca variazioni sul piano materiale/fisiologico/fisico (biochimico) dell’organismo.

Ma come può interagire il pensiero-emozione (psiche) con il corpo (soma)? Come fa il pensiero/emozione ad influenzare il corpo?

Per esercitare un’influenza, per modificare uno stato, ci vuole una forza, un’energia (= forza in movimento). Se si presenta un disturbo fisiologico (effetto), significa che sono presenti variazioni (che sono causa del disturbo) biochimiche (ormoni, enzimi, reazioni extra ed intracellulari, DNA) innescate da un qualche tipo di forza/energia ( che rappresenta la causa delle variazioni biochimiche), che possiamo definire di natura elettromagnetica. Esiste quindi un “Piano energetico” antecedente al “Piano del Corpo”.

Che il pensiero produca energia e quindi che abbia un effetto sul piano fisico, lo ha dimostrato la meccanica e la fisica quantistica ancora nel secolo scorso (l’osservatore influenza l’osservato”).

Quindi un pensiero (e per estensione il sistema di credenze/convinzioni/aspettative su cui esso è basato) e le emozioni ad esso associate sono in grado di influenzare il campo elettromagnetico, energetico, che a sua volta influenza lo stato biochimico dell’organismo.

Sulle emozioni è opportuno fare una considerazione: è esperienza di tutti che l’emozione è sentita nel corpo, come vampata di calore, aumento del battito cardiaco, brividi, sudorazione, ecc. Viene definita una variazione “psico-fisiologica”. Ma sta nella Mente o nel Corpo? Forse a metà? nel Piano Energetico? In un altro “piano” a metà tra il Mentale e l’Energetico? Difficile dare una collocazione precisa, ma è possibile dire che le emozioni NON sono propriamente nel Piano Mentale.

È importante però chiarire che il termine “emozione” può significare due cose ben distinte. Da un lato indica la parte psichica, il “sentire”, il “sentimento”; dall’altro è strettamente legato alla reazione fisica associata (cioè sul Piano del Corpo): aumento del battito, modifica della circolazione sanguigna, aumento sudorazione, respiro irregolare, ecc. Esistono delle teorie in cui, il Piano mentale/psichico è suddiviso in due: un Piano Mentale ed un Piano Emozionale, quest’ultimo posizionato tra il Mentale e l’Energetico seguendo la gerarchia.

L’esistenza di un campo energetico elettromagnetico che è alla base del corpo fisico è ormai sostenuta da moderni studiosi, anche se la sua esistenza era ben nota agli antichi cinesi che parlano del sistema di meridiani in cui scorre il Qi (Chi) e dagli antichi indiani che parlano di Prana che alimenta il Linga Sharira o corpo eterico. Che il Qi o il Prana sia di natura elettromagnetica, o di un’altra natura (più sottile? Animica? Spirituale?) che influenza il campo elettromagnetico, non fa poi tanta differenza. La cosa fondamentale è l’esistenza di un Piano Energetico che è influenzato da pensieri/emozioni . Basta rifletterci su un po’ per intuire che la gerarchia delle influenze è vera anche al contrario: un disagio fisico (dovuto ad una condizione climatica estrema, tipo troppo caldo o troppo freddo, oppure dovuto ad un trauma contusivo) può generare emozioni e pensieri negativi.

Se il Piano Mentale ed Emozionale è oggetto della professione dello Psicologo/Psicanalista e il Piano Corporeo è oggetto della professione del Medico (affiancato nel caso dai professionisti della Medicina Complementare: Naturopati, Fitoterapeuti, Riflessologi), il Piano Energetico è un terreno ancora poco battuto. Le figure che operano in questo campo sono gli Agopuntori, Digitopressori, Shatzuka, Floriterapeuti, Omeopati, ma anche i meno noti Operatori di Costellazioni Sistemiche e gli Operatori in Tecniche Energetiche, o meglio Psico-Energetiche (poiché utilizzano la mente ed il campo energetico umano contemporaneamente).

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Davide Galesso

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