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Matrice delle Tecniche di Riequilibrio Energetico

Obiettivo: stare bene.

Per raggiungerlo, nel corso degli millenni, l’uomo ha cercato e messo a punto varie metodiche e tecniche. Tra le tante possibilità, vi sono quelle che partono da un presupposto: l’energia vitale ed il suo equilibrio.

L’energia in equilibrio equivale al benessere ( meglio ben-essere) fisico e mentale.

Caratteristica di tale equilibrio è che deve essere necessariamente dinamico, ovvero l’energia deve fluire.

Ai malesseri ( meglio mal-essere) si associano blocchi energetici, nodi energetici, congestioni energetiche, cortocircuiti energetici, “grumi” energetici. Ovvero “cose” da sciogliere se si vuole ritornare a star bene.

Ai giorni nostri il ventaglio delle tecniche di riequilibrio energetico è ampio.

Domanda: quale è la migliore, la più efficace?

Risposta: dipende. Dipende dalla persona. Ogni persona ha il suo canale, la sua via preferenziale, la sua propria affinità con quella tecnica piuttosto che con l’altra.

Come orientarsi, come capire quale è la via giusta?

La mia proposta, per rispondere a tale interrogativo, è quella di analizzare due caratteristiche personali, ovvero due attitudini verso le quali la persona si sente predisposta, ossia con le quali, mettendole in pratica, si sente a proprio agio, senza una particolare fatica.

Tali due caratteristiche sono focalizzazione e la pigrizia. Ma stoppiamo subito il giudizio negativo. Essere poco capaci di focalizzarsi, di concentrarsi su una tematica, non vuol dire essere dei grezzi, terra-terra, poco evoluti, Neanderthal. Significa solamente non avere quella abilità, quella propensione. Essere pigri, fisicamente intendo, non significa essere dei fannulloni, pelandroni, culo-pesante, sfaticati. Significa solamente non avere una particolare propensione al movimento fisico. Siamo tutti diversi, con caratteristiche e propensioni diverse.

In base ai diversi livelli/gradi di queste due attitudini si può quindi popolare una tabella, una matrice.

Sull’asse orizzontale ho indicato il grado di pigrizia: “bassa pigrizia” significa che sono molto propenso (e  mi trovo a mio agio) al movimento fisico, “superpigrizia” significa che sono all’estremo opposto, preferisco una modalità più statica a livello corporeo.

Sull’asse verticale ho posizionato il grado di propensione alla focalizzazione, ovvero la concentrazione sulla tematica da sciogliere: “bassa focalizzazione” significa che preferisco non pensarci proprio, “superfocalizzazione” significa che sto perfettamente a mio agio con la concentrazione mentale.

Bassa focalizzazione

Media focalizzazione

Alta focalizzazione

Super focalizzazione

Rio Abierto, Biodanza

Bioenergetica, teatroterapia, meditazioni dinamiche

EFT, TAI, SET, PET

Logositesi

Reiki, Shiatsu

Costellazioni familiari

Meditazione (statica)

Bassa pigrizia

Media pigrizia

Alta pigrizia

Super pigrizia

Vediamo nel dettaglio cosa indica la matrice.

Se sono una persona a cui piace lavorare col corpo e non sono portato alla focalizzazione , mi posso orientare verso tecniche molto dinamiche. La biodanza, o la metodica di Rio Abierto sfruttano il movimento fisico per sciogliere tensioni e blocchi.

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Anche gli esercizi di bioenergetica sfruttano il movimento del corpo, ma richiedono un grado di focalizzazione un po’ più alto (ad esempio quando il corpo deve muoversi coerentemente con determinate emozioni, come nella teatro-terapia e nelle meditazioni dinamiche). È abbastanza chiaro che dovendo con tali tecniche sentire intensamente il corpo, in tutte le sue sensazioni, vibrazioni, variazioni, reazioni, avrò meno risorse da dedicare alla mente per focalizzare la tematica. Posso lasciare al corpo stesso il compito di riequilibrarsi dopo averlo shakerato per bene (ovviamente sto semplificando molto queste meravigliose e potenti tecniche “fisiche”).

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Se non mi va di correre, saltare, lanciare e urlare, ma non sono tanto pigro da non alzare nemmeno un dito, e sono a mio agio con un alto grado di focalizzazione (nel caso facilitata da un Operatore) posso scegliere quella gamma di tecniche che sfruttano in contemporanea:

  • la stimolazione di uno dei sistemi energetici che affiorano sulla superficie del corpo,

unitamente a

  • la focalizzazione sul blocco da sciogliere

In tecniche/metodiche come EFT (Emotional Freedom Techniques ovvero Tecniche di libertà emozionale di Gary Craig), TFT (Thought Field Therapy, ovvero Terapia dei Campi Pensiero di Roger Callahan), SET (Simple Energy Techniques, di Steve Wells e Dr. David Lake) e PET (Tecniche Energetiche Provocative di Steve Wells e Dr. David Lake)  vado a stimolare alcuni punti dell’agopuntura tramite il tapping; nella tecnica/metodica TAI (Tecniche di Alchimia Interiore di Andrea Fredi) stimolo i tre dantien (che corrispondono a tre precisi chakra e vengono anche definiti i “tre cervelli”) tramite contatto con le mani ed il respiro; sulla scia delle tecniche appena citate si potrebbe stimolare ugualmente il sistema energetico di tutti e sette i chakra anteriori, con il tapping o con focalizzazione e respiro, oppure tutti i chakra compresi quelli posteriori, mediante la respirazione del “piccolo circuito” del Chi Kung, ovvero sul percorso dei due meridiani Vaso di Concezione e Vaso Governatore; un altro sistema energetico da stimolare può essere quello delle placche cutanee teorizzato dal dott. Calligaris; un altro ancora può essere il sistema “cronospinale” che si utilizza nella tecnica AGER ( AgeGate Emotional Release ovvero Rilascio Emozionale attraverso la Porta del Tempo di Vincenzo di Spazio e Andrea Fredi e con il contributo di Giacinto Olivieri).

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Se sono tanto pigro che non mi va nemmeno di usare un dito per il tapping, ma non mi crea fatica utilizzare perlomeno la verbalizzazione, con una alta capacità di focalizzazione posso orientarmi verso la Logosintesi di Willem Lammers. In questa metodica molto potente si utilizza infatti solamente la vibrazione della parola per veicolare l’intento di sciogliere l’energia bloccata/congelata e rimetterla in flusso.

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Se prediligo qualcosa di statico, che non richiede alcun impegno fisico dinamico, posso orientarmi in varie metodiche a seconda del grado di focalizzazione che posso metterci. Se proprio non voglio pensarci e scelgo di “lasciarmi fare” dall’Operatore, mi sottoporrò a delle sedute di shatsu o reiki. Un minimo di impegno mentale è richiesto in quelle costellazioni familiari, in cui devo perlomeno scegliere le altre persone che saranno protagoniste della costellazione che rappresenta la mia dinamica relazionale collegata al mio blocco energetico, mentre io rimarrò osservatore “passivo”.

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Se sono in grado e mi sento a mio agio con una focalizzazione di altissimo livello, posso scegliere la meditazione statica. Questa antica tecnica richiede la capacità di mantenere la mente orientata e concentrata sulla tematica da sciogliere, in uno stato di osservazione acritica ( e mantenere l’acriticità è un ulteriore notevole sforzo mentale).

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Ci sono tecniche per tutti i gusti!

Nulla vieta di praticarle tutte in modo alternato o complementare.

 

Davide Galesso

Aprile 2020

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